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Feeling tra giocatori e allenatore il segreto delle grandi imprese.
I partecipanti Gli allenatori Mauro Lizzi (Basaldella), Roberto Lestani (Flaibano), Marco Peressutti (Moimacco), Carlo del Fabbro (dell’Aiac); i dirigenti Paolo Barella (Pozzuolo), Dante Zanini e Andrea Burelli (Flaibano); i giocatori David Berlasso (Pozzuolo), Claudio Candolini, (Flaibano), Massimo Marras (Basaldella), Marco Beltrame (Manzanese).
Nell’attuale panorama dilettantistico, possono l’ambiente e e il gruppo determinare un risultato?
Articolato e pieno di spunti, si è diviso in due filoni principali: 1) per fare risultato è sufficiente la determinazione delgruppo (tecnico e giocatori); 2) se si vuole lontano l’ambiente (società, pubblico, strutture...) è indispensabile. Sul primo punto hanno convenuto Lizzi e Marras (Basaldella) i quali, portando come esempio il caso della propria squadra, hanno dimostrato che il risultato (addirittura una promozione) è alla portata anche senza una grossa tradizione alle spalle, ma con la creazione di giocatori-leader in campo e la grande forza morale degli atleti.
“Per me - ha invece precisato Lestani -, il risultato non sono i punti della gara, ma quello che riesco a costruire con e per i ragazzi che alleno. Insegnando loro amicizia, educazione, rispetto, l’orgoglio di indossare una maglia. Sono le stesse cose che poi serviranno nella vita”.
"...il collante principale per ottenere risultati è il feeling tra allenatore e giocatori..."
C’è diversità di lavoro, per Beltrame, a seconda che si operi in una piccola o in una grande realtà, perchè diverse sono le pressioni che si subiscono. Il risultato lo fa comunque il gruppo. E va detto che se questo è positivo non sempre è gradito dall’ambiente. È infatti il guppo a doversi adeguare, sempre, alle esigenze dell’ambiente. Sono la tradizione, la cultura locale che lo impongono.
“... i dirigenti, che devono con le loro capacità costruire e far marciare tutto l’ambiente...” Marco Peressutti
Peresutti analizza il dilemma rapportandolo alle piccole realtà, “dove allenatore, giocatori e gli stessi dirigenti risentono dell’ambiente che diventa determinante per centrare gli obiettivi.Si rischia però un boomerang: se cresce l’entusiasmo, aumentano anche le pressioni. E questo può diventare un problema. È necessario allora muoversi nella semplicità”.
"...il risultato non sono i punti della gara, ma quello che riesco a costruire con e per i ragazzi che alleno..." Roberto Lestani
Flaibano è convinto che l’unità fa la forza. Partendo proprio dai dirigenti, che devono con le loro capacità costruire e far marciare tutto l’ambiente, collaborando anche colmondo amatoriale. Da questa unità d’intenti non possono non venire risultati duraturi. Sullo stesso concetto si schiera anche Pozzuolo (Barella e Berlasso), dove l’ambiente altro non è che il grande genitore del gruppo. E se le radici sono sane...Tanto lavoro di volontariato, dunque, per poter gestire una bella realtà.
“Ma è il giocatore - per Candolini - la chiave di volta di tutto: la sua grande volontà, la disponibilità verso i compagnie il tecnico portano al risultato.La vicinanza della società è importante, non determinante”.
“Sottile la distinzione di Del Fabbro: “il collante principale per ottenere risultati - dice - è il feeling tra allenatore e giocatori. Soltanto con una grande sintonia tra di loro si possono raggiungere i traguardi prefissati”.
Il dibattito porta a tre livelli conclusivi (tutti con al centro il gruppo) che consentono di capire perchè si centrano i risultati. 1) C'è il gruppo-sfida, che ha in se valori che travalicano l'ambiente, e che lotta per evitare "l'accertamento". 2) C’è il gruppo di valori: su tutto, prevalgono lo stare insieme, l’educazione, il rispetto, l’amicizia. 3) C’è infine il gruppo-ambiente dove, dalla relazione tra contenitore e e contenuto, si forma il risultato.
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